Gettate le basi per costruire la città del futuro che vedrà coinvolti tutti i 33 Comuni della Piana di Gioia Tauro
di Armando Foci
Dopo anni di battaglie, avviate sin dal 2014 da un gruppo di “pionieri” su varie tematiche, si è costituito da poco, anche in forma giuridica, il Coordinamento delle associazioni “Progetto Città della Piana”, il cui scopo è quello di gettare le basi per la realizzazione di una fra le più diffuse aspirazioni del territorio: la visione della città della Piana. Visione che nasce dai processi scatenati dalla globalizzazione che sta spingendo, infatti, sempre più verso una concentrazione di funzioni e risorse nelle città, motivo per cui in tutto il mondo si assiste alla nascita di nuove città, alla crescita di quelle esistenti e, in Italia, alla nascita delle Città metropolitane. Processi che, è dimostrato, consentono di dare risposte più efficaci ed efficienti alla nuova domanda di mobilità, comunicazione, produzione, di stile e qualità della vita, di coesione sociale.
È un’idea per la quale il Coordinamento intende sensibilizzare e stimolare cittadini e uomini di cultura, politica, istituzioni e categorie produttive per creare le condizioni per la costruzione della “Città della Piana”, una città lineare e policentrica, smart e sostenibile, costituita dai 33 Comuni del territorio. È riconosciuto che per promuovere lo sviluppo di un territorio, sono indispensabili principalmente due fattori: istituzioni pubbliche agili, efficienti, efficaci, autorevoli e dotate di professionalità di talento. E contemporaneamente una governance rappresentativa delle varie istanze, culture e interessi del territorio. Entrambi, istituzioni e governance, deputati a definire la visione, gli obiettivi, la condivisione delle scelte e delle azioni, la gestione di programmi e progetti.
Per il Coordinamento quest’idea non vuole essere un’esercitazione intellettuale per scrivere un bel libro dei sogni, ma per offrire un supporto concreto della società civile alle istituzioni, alla politica, alla cultura ed all’imprenditoria, per avviare un percorso di cambio di paradigma, per disegnare una NUOVA CITTÀ DEL FUTURO. Una città con salde radici in Europa ma che si proietti nel Mediterraneo, suo naturale punto di riferimento, che guardi a quanto di positivo si muove nel mondo e che, per un territorio come il nostro privo di visione comune e identità, deve sperimentare nuove soluzioni sostenibili e concorrere efficacemente con altri territori per diventare inclusivo, verde, prospero e sicuro. Una città che si dia un’anima non solo economicistica, ma che si fondi soprattutto su un cambio di mentalità, sulla presa di coscienza delle sue potenzialità dotandosi di infrastrutture materiali ed immateriali utili, che elabori una visione del suo futuro con lo sguardo rivolto agli obiettivi di Next Generation EU (Recovery Fund), del Piano UE 2021-2027 e a quelli Onu contenuti nell’Agenda Urbana sulla sostenibilità per il 2030. Una città che, forte dei suoi 170.000 abitanti, diventi una piattaforma di sviluppo per la Calabria e il Meridione, per riequilibrare il baricentro dello sviluppo verso il Sud e superare il divario che ha fatto della Calabria e del Meridione la macro area più depressa e arretrata d’Europa, in sostanza “una Città che pone al centro della sua visione la soluzione definitiva della questione meridionale nel quadro degli interessi nazionali”.
Una città costituita dagli attuali 33 comuni ricadenti nella Piana di Gioia Tauro, che comunque manterrebbero la loro piena autonomia, in grado di creare sinergie e diventare con il suo territorio, il Porto, le infrastrutture esistenti e da realizzare, una vera e propria piattaforma di sviluppo per l’intera Calabria e il Sud, capace di concorrere dignitosamente alla propria crescita ed a quella dell’Italia. Una città che, solo se si mette in “rete” può superare sottosviluppo e crisi, che scopra il gusto di fare innovazione praticando la via della “soft economy” delle risorse naturali (acqua, aria, ambiente, borghi, paesaggio, cultura, bellezza), che aggreghi e valorizzi i migliori talenti per imboccare il sentiero ecosostenibile dello sviluppo.
Fino a ieri era un’utopia, un sogno di pochi, ma oggi il sogno inizia a trasformarsi in un’idea entusiasmante e fattibile, da riempire di contenuti con studi, progetti di fattibilità, convegni, pubblicazioni e con l’impegno progettuale concreto in questa direzione di istituzioni pubbliche, private, della politica e dei cittadini. È indispensabile però, anzitutto “abbattere i muri” che da secoli ci separano e prendere coscienza che nessuna pubblica istituzione e/o i privati del territorio, da soli e senza il consenso e la partecipazione popolare al processo decisionale, è o sarà mai in grado di affrontare e risolvere gli ostacoli per dare avvio ad uno sviluppo duraturo, solido e condiviso. È per questi motivi che è indispensabile ripudiare logiche campanilistiche, individualistiche e scelte imposte dall’alto, e ci si apra invece alla collaborazione e alla partecipazione democratica, mettendo in rete ed esaltando i primi fermenti positivi di esperienze e collaborazioni che si intravedono nella società e in alcune isolate Istituzioni.
È diventato ormai indispensabile, non più rinviabile, che le istituzioni locali e private si mettano in rete sottoscrivendo un “Patto per lo sviluppo”. Un Patto che inneschi la capacità politica di elaborare una strategia condivisa per superare l’arretratezza delle nostre infrastrutture (scuole, ospedali, infrastrutture viarie e della mobilità, ecc.) che costituisce la causa principale della nostra arretratezza socio-economica e culturale. La nostra proposta è che i sindaci, i consigli comunali, le nuove forme di governo e di governance del territorio assumano l’impegno a fare “rete”, per individuare alcuni progetti strategici comprensoriali tali da farne azioni condivise (progetti bandiera) per accedere alle risorse del Recovery Fund, per avviare iniziative per lo sviluppo delle infrastrutture locali, dell’economia e del lavoro.
Intanto partendo da pochi ma importanti progetti prioritari quali ad esempio:
- per avviare una radicale riforma della Pubblica amministrazione, costituita da giovani talenti stabilizzati con metodi meritocratici e non clientelari, da modellare per obiettivi e non più per l’ottocentesca, burocratica e sterile perfezione dell’atto amministrativo;
- per ottenere il diritto alla salute costruendo una sanità a misura umana, dotata di moderne strutture ospedaliere, attrezzature efficienti e un adeguato numero di personale sanitario;
- per avere una mobilità viaria e ferroviaria sostenibile (completamento Pedemontana, statalizzazione S.P. n. 1 Gioia Tauro – Locri, raddoppio S.S. 682 Rosarno – Gioiosa Jonica, manutenzione e ammodernamento viabilità provinciale, realizzazione Metropolitana di Superficie trasformando le ex Ferrovie Calabro Lucane).
Ma anche progetti per la cultura, la valorizzazione dei prodotti locali, l’ambiente, l’acqua, l’energia alternativa, la gestione efficiente dei rifiuti, una moderna agroindustria, il rilancio del porto, l’avvio della Zes, pari opportunità di genere, trasparenza e tanta, tantissima legalità e lotta alle associazioni criminali, vera palla al piede che ci tiene al fondo. È auspicabile, in definitiva, che una nuova classe dirigente persegua la condivisione di intenti per costruire l’identità territoriale della futura Città della Piana, invertendo i suoi punti di debolezza in punti di forza, che valorizzi i giovani talenti, che affini la capacità di attingere tempestivamente alle risorse regionali, nazionali e europee e che eviti il ripetersi dell’umiliante restituzione automatica delle ingenti risorse finanziarie concesse dall’UE.
IL RUOLO DE “LA VOCE DI MOLOCHIO” E “MOLOCHIO SVILUPPO” NEL PROGETTO
In tale visione, rientra ovviamente anche il comune di Molochio. Per tale ragione, il Coordinamento ha già avuto un incontro con noi, atto a definire quello che sarà il nostro ruolo nell’ambito del “Progetto Città della Piana”. «È chiaro che non potrà che essere un ruolo di primo piano – ha sottolineato il presidente Armando Foci – in quanto sia l’iniziativa del vostro magazine “La Voce di Molochio”, sia la presenza di Teresa Cosmano, nonché ovviamente di quella, molto forte ed importante, di un imprenditore illuminato come Mario Caruso, che ha dato ampia dimostrazione di
capacità e lungimiranza imprenditoriale, costituiscono anche per noi un’importante leva di crescita in favore di tutto il territorio, sia per le nostre che per le vostre iniziative che a breve scadenza avvieremo per creare la “Rete territoriale imprenditoriale”. In particolare, il ruolo di Mario Caruso si estrinsecherà prioritariamente nella costruzione della “governance” pubblico-privata, che avvieremo al più presto. Cioè per mettere in piedi una “Consulta territoriale” per le attività produttive che, nelle nostre intenzioni, vedrà partecipare i migliori e più affermati imprenditori della Città della Piana. Caruso giocherebbe un ruolo di primo piano per individuare ed invitare gli imprenditori più in vista per la costituzione della Consulta ed in seguito nelle interlocuzioni che apriremo con i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, nonché per avviare iniziative per lo sviluppo economico del territorio».