Giovanni Alessio è stato autore di ben 663 pubblicazioni e del “Dizionario dell’etimologia della lingua italiana”
di Maria Immacolata Dunia
Uomini, donne ed eventi importanti hanno segnato la storia di Molochio, hanno plasmato le nostre radici e di conseguenza ciò che siamo, ciò che ci rende comunità, ciò che ci identifica e ci differenzia e per cui, scopriremo, c’è di cui essere orgogliosi e fieri. Ho deciso di inaugurare la mia rubrica “Identità culturale”, iniziando con uno di questi uomini, ossia Giovanni Alessio, studioso della lingua e tra i più importanti personaggi della Scienza linguistica italiana del Novecento. Giovanni Alessio è autore di ben 663 pubblicazioni e del “Dizionario dell’etimologia della lingua italiana” realizzato insieme a Carlo Battisti (grande linguista e studioso di dialettologia). È il primogenito di tre figli ed appartiene a due delle famiglie di rango elevato di Molochio. Il padre, Arcangelo, è un magistrato e questo porta la famiglia a continui spostamenti. Nasce infatti a Catanzaro e studia in un liceo di Reggio Calabria. Si laurea a Napoli in Scienze Agrarie (1931) e si specializza a Firenze in Scienze Forestali (1932). La madre è Concetta Vernì. Torna spesso a Molochio, dove vive il resto della famiglia, sia paterna che materna.
Nonostante la sua formazione universitaria, finalizzata alle esigenze di un proprietario terriero, dimostra subito una particolare inclinazione per gli studi di linguistica e si inserisce, appena ventenne, nel dibattito sulla lingua greca dell’Italia Meridionale, in contrapposizione alle teorie di Gerhard Roholf, glottologo tedesco, ricercatore e studioso dei dialetti del Sud Italia. Predomina la passione per gli studi di Linguistica e nel 1934 si laurea in Lettere a Firenze, con una tesi che sfocerà qualche anno più tardi nel “Saggio di Toponomastica Calabrese” (1937). È l’autunno del 1930 quando, ventunenne, su invito del Generale Enrico De Chaurand, presidente della Commissione Nazionale per la Toponomastica, compie un’indagine sul territorio di Molochio. Lo studio, conservato presso l’Istituto Geografico Militare di Firenze, è costituito da uno schedario con relative carte ed indicazione geografica precisa dei toponimi di tutto il territorio molochiese. “Raccolta Toponomastica di Molochio (Reggio Calabria)” del 1934, per l’Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, vede Molochio come l’oggetto della sua prima pubblicazione. Quest’opera rappresenta il primo studio che la Scienza Linguistica compie utilizzando il Catasto Onciario, creato, nella prima metà del XVIII sec. per un riordino fiscale del Regno di Napoli, da Carlo III di Borbone (1716/1788).
È docente di importanti Università italiane come Trieste, Venezia e Firenze, ed estere come Zara in Croazia, Sofia in Bulgheria e Gottimgen in Germania. Scrive e collabora con diverse riviste anche estere e le sue pubblicazioni sono custodite nelle più importanti biblioteche italiane. Le sue indagini linguistiche non si limitano al greco dell’Italia Meridionale, ma spaziano all’osco, all’etrusco, al bizantino. Il rilievo che hanno avuto i suoi studi per la Scienza linguistica italiana è notevole. Viene considerato uno dei luminari della Scienza, secondo alcuni un genio. Molochio ha una memoria secretata, lo testimonia il fatto che Giovanni Alessio è ancora ingiustamente sconosciuto nella sua terra, ed è fondamentale recuperarla. È grazie a lui che oggi abbiamo la possibilità di affermare la chiara matrice greca di Molochio: “Molochio – μολοχίον = Malva”. È lui che segnala, nei primi anni trenta del Novecento, Molochio, Savelli (KR) e Caulonia (RC) come ulteriori comuni, oltre quelli indagati da Roholf e Battisti, dove l’elemento toponomastico greco è “veramente notevole”, riportando le sue parole.