Credito di imposta: sempre di moda per una sana impresa

Le imprese che vogliono godere di questa agevolazione dovranno effettuare investimenti in macchinari, impianti e attrezzature da destinare in strutture produttive nel Mezzogiorno
di Filippo Speranza

In questo nuovo articolo sulla finanza agevolata, vogliamo soffermarci sulle agevolazioni esistenti già nel periodo pre-Covid ed alle quali si poteva attingere in tempi di normalità economica. Parliamo del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno (art. 1 commi da 98 a 108 della Legge 208/2015 e successive modificazioni), che rimarrà fino al 31 dicembre del 2022. Ma analizziamo esattamente come funziona.

Le imprese che vogliono godere del credito di imposta dovranno effettuare investimenti in macchinari, impianti e attrezzature da destinare in strutture produttive nel Mezzogiorno. Il credito di imposta ammonta ad una percentuale calcolata sull’imponibile dell’investimento; per la Regione Calabria le percentuali sono le seguenti:

– 45% dell’imponibile dell’investimento se si tratta di una piccola impresa;

– 35% dell’imponibile dell’investimento se si tratta di una media impresa;

– 25% dell’imponibile dell’investimento se si tratta di una grande impresa.

Il credito dell’investimento è utilizzabile esclusivamente in compensazione, pertanto va a compensare le imposte e i contributi a debito. Le imprese, per godere del credito di imposta, dovranno presentare telematicamente apposita domanda all’Agenzia delle Entrate, ed attendere tempestivamente l’esito di accettazione del credito, ricevendo una ricevuta telematica.

Ricordiamo che l’impresa, per accedere al credito di imposta, deve essere iscritta nel Registro imprese; non deve essere soggetta a procedure concorsuali (es. procedura fallimentare), non deve operare in settori particolari (es. industria siderurgica, carbonifera, costruzione navale) e deve essere in possesso del D.U.R.C. (documento di regolarità contributiva) che attesti l’adempimento dei propri obblighi previdenziali ed assicurativi.

Possono richiedere il credito di imposta sia le società che le semplici ditte individuali. Il credito di imposta, nel caso delle società, andrebbe a compensare il debito della società medesima, e cioè, per esempio, il credito di imposta in capo alla società compensa l’Iva a debito della società, oppure i contributi Inps dei dipendenti in capo alla società, e non compensa i contributi Inps personali del socio lavoratore della società stessa.

In sede di compilazione della domanda da inviare all’Agenzia delle Entrate, necessiterà autocertificare il possesso di determinati requisiti, già riassunti. Tale agevolazione, data erroneamente per scontata, gode paradossalmente della crisi Covid, ed ha portato il legislatore ad un’ulteriore proroga per dare respiro alle imprese. Il credito di imposta dovrebbe essere considerato una misura strutturale e consolidata nel futuro, in quanto rappresenta un incentivo forte per investire ed ampliare la propria azienda.

Vi lascio ad una sana e costruttiva meditazione, per ragionare sul futuro virtuoso delle Vostre imprese.