Covid, ecco i contributi a fondo perduto per le imprese

“Decreto ristori” e “Decreto ristori bis” per fronteggiare le conseguenze economiche nei settori più colpiti dall’emergenza

di Filippo Speranza

È d’obbligo, per motivi di triste attualità, occuparsi di Covid, anche e soprattutto nel mondo delle imprese. Sappiamo, dai vari Decreti legge, che si sono riaperte le opportunità dei contributi a fondo perduto per le imprese. Il “Decreto ristori” è a favore degli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive del Dpcm dello scorso 24 ottobre per determinate attività sul territorio nazionale; mentre il “Decreto ristori bis” è a favore degli operatori dei territori dei settori economici interessati dalle nuove misure restrittive contenute nel Dpcm del 3 novembre scorso, per determinate attività site nelle “zone rosse”. Ebbene, vediamo, in sintesi di capire l’attuazione di queste agevolazioni.

Il “Decreto ristori” e il “Decreto ristori bis” vanno a beneficiare le partite Iva aperte al 25 ottobre 2020 e che si trovano nell’allegato 1 del d.l. 137/2020 successivamente modificato (alberghi,  ristorazione con somministrazione, gelaterie e pasticcerie, sale giochi e biliardi, ecc.) oppure nell’allegato 2 del d.l. 149/2020 (commercio al dettaglio di confezioni per adulti, commercio al dettaglio di mobili per ufficio, commercio al dettaglio di chincaglieria e bigiotteria, e varie tipologie di commercio al dettaglio anche ambulante). Chi ha già ricevuto il vecchio contributo a fondo perduto (per intenderci quello che scadeva il 13 agosto 2020), avrà l’accredito in maniera automatica, e qui speriamo bene, anche in tempi brevi. Mentre, gli altri dovranno presentare apposita istanza entro il 15 gennaio 2021.

La misura del contributo è visibile dalle percentuali degli allegati sopra indicati; per esempio, un’impresa di ristorazione con somministrazione che ha già incassato 1.000 euro come vecchio contributo, adesso avrà diritto al 200%, quindi 2.000 euro, e siccome l’impresa in questione ha già percepito il vecchio contributo, l’accredito arriverà in automatico senza presentare istanza, come se già avesse acquisito il diritto al nuovo contributo, ed è pure il doppio.

Ricordiamo che il “Decreto ristori” prevede come condizione di accesso ai contributi che, l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2020 sia inferiore ai 2/3 dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2019. Quindi, si deve verificare il famoso calo di fatturato. Attenzione però, perché il calo del fatturato non gioca per i soggetti che svolgono una delle attività elencate nell’allegato 1 ed hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019. La trasmissione delle istanze deve avvenire in via telematica attraverso i canali dell’Agenzia delle Entrate (portale Fatture e corrispettivi oppure Desktop telematico). Per evitare confusione, è bene sottolineare che tali contributi non riguardano la sfera di competenza dell’Inps. La normativa è sempre in fermento, quindi occhio alle novità che potrebbero portare delle migliorie, come il “Decreto ristori quater” (ancora non ufficializzato), che prevede ulteriori 8 miliardi per fronteggiare le conseguenze economiche nei settori più colpiti dall’emergenza.

Buon contributo a tutti.

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