“Molochio sviluppo” lancia la proposta all’Amministrazione comunale affinché prenda in considerazione l’idea di certificare i prodotti del nostro territorio, come ad esempio il miele o le “nacatole”
Oltre ai tradizionali marchi di qualità Ue per cibi e bevande, in Italia esiste un altro marchio di riconoscimento, meno noto ma non per questo meno efficace, ossia la De.Co. (Denominazione comunale d’origine). Si tratta di un marchio di garanzia che viene rilasciato ad un prodotto tramite delibera dell’amministrazione comunale. L’idea di introdurre una Denominazione Comunale pare sia stata lanciata per primo da Gino Veronelli nel 1959, nel libro “I vini d’Italia”. Questi proponeva di istituire una denominazione di origine per i vini, gestita direttamente dai Comuni. Trent’anni dopo, nel 1990, con la Legge n. 142 dell’8 giugno si stabilisce che i Comuni hanno la facoltà di disciplinare in materia di valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali. Nel 2000, l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) presenta una proposta di legge di iniziativa popolare sul tema “Istituzione delle denominazioni comunali di origine per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali” e nel 2002 redige un “Regolamento comunale per la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. – Denominazione comunale di origine”, facendo così cominciare ufficialmente la storia delle De.Co.
La Denominazione comunale d’origine (a differenza dei marchi Dop, Igp e Stg) non è un marchio di qualità. È un’attestazione comunale, un certificato notarile che viene approvato a seguito di delibera comunale e contrassegnato dal sindaco, che attesta che un determinato prodotto è un prodotto tipico e caratteristico di quel territorio comunale, e ha un valore identitario forte per quella comunità. Il certificato De.Co. può essere rilasciato ad un prodotto alimentare e a una ricetta (e questo è stato finora il filone principale), ma anche a un prodotto dell’artigianato locale, ad una festa, una fiera, una sagra o una certa pratica (per esempio una tecnica di coltivazione, di allevamento o di pesca).
Alla luce di questo, “Molochio sviluppo” lancia la proposta all’Amministrazione comunale di istituire una o più De.Co., partendo ad esempio dal miele, che Molochio conta più produttori, o dalle “nacatole”, dolce fritto tipico preparato dalle donne molochiesi nel periodo di Natale. Il nome deriva dalla forma tradizionale intrecciata, proprio come una culla (“naca” in calabrese), che ricorda la culla del bambin Gesù.
Questo sarà l’inizio della promozione di Molochio come centro del “Prodotto Tipico Locale”.